Come aprire un ristorante riducendo al minimo il rischio di fallimento

Come aprire un ristorante riducendo al minimo il rischio di fallimento

Gli step da seguire per aprire un ristorante di successo (e non chiuderlo)

Decidere di aprire un ristorante non è affatto cosa facile. O meglio, l’apertura in sé lo è, ma la vera difficoltà sta nel superare i primi tre, quattro anni dall’apertura senza andare in rosso. Non esiste un manuale in grado di svelare la formula magica, tantomeno troverai in questo articolo chissà quale assurdo mistero da decifrare. Ciò che ti verrà fornito qui sono le basi, esposte nel modo più semplice possibile, che ti servono per avere idea di cosa significhi lanciarsi nel mondo della ristorazione.

L’essenza del ristorante è l’idea che c’è dietro

La prima cosa su cui riflettere, la prima in assoluto, è il tipo di attività che si vuole aprire. Polli allo spiedo? Gelati? Non importa, fa lo stesso: l’importante è che si tratti di un qualcosa in grado di incuriosire i clienti e gli eventuali finanziatori. Ma come? Avendo la giusta idea! Pare facile… L’unico modo che esiste per partorire delle buone idee è avere una mente aperta e recettiva rispetto alla realtà che la circonda. Se non c’è nulla non puoi creare nulla. Per questo motivo è sempre consigliato guardarsi bene intorno prima di decidere ma… attenzione! Non è prudente, tantomeno utile, farlo ad un palmo dal naso e sbirciando così nelle cose della concorrenza immediata! È per questo motivo che è consigliato, ancor prima di aprire il proprio locale, viaggiare in lungo e in largo mettendo da parte, al sicuro, tutte le esperienze raccolte in giro. La conoscenza del mercato, e delle ultime tendenze, può aiutare molto nella scelta del tipo di attività, specie se si parla di un mercato globale quindi non legato a oscillazioni temporanee.

È sostenibile?

Una volta trovata l’idea, va analizzato quanto è effettivamente possa essere remunerativa, apprezzata e in che modo va presentata al territorio. Questa fase è il piano di fattibilità ed è fondamentale in quanto si compone di tutta una serie di studi e raccolta di dati indispensabili alla buona riuscita del ristorante. L’analisi del territorio, della concorrenza ma anche del target a cui ci si vuole rivolgere ci permette di stabilire cosa introdurre e cosa no in base ai risultati osservati. Dopo tutto questo, va realizzato il vero e proprio piano di fattibilità, ovvero capire tutto ciò che serve all’attività per decollare. Il piano fattibilità consiste nella raccolta e analisi dei numeri del ristorante; è uno step che può essere compiuto da soli in totale autonomia, tuttavia consigliamo sempre di farsi affiancare da un professionista del settore che con più precisione ci potrà dire a quanto potrebbe arrivare il guadagno del ristorante, tenendo conto di tutte le spese di gestione.

Altri dati da raccogliere…

Il piano business del ristorante, come già precisato prima, deve risultare vantaggioso sulla carta ancor prima di vederlo nella realtà. È proprio a questo che servono le proiezioni economiche: per capire se il piano potrebbe davvero funzionare o meno, tenendo conto di tutti i dettagli, le spese, e i possibili guadagni e unendoli al fine di avere una proiezione chiara di quel che sarà. Viene da sé che, qualora i numeri non si pronunciassero a favore del ristoratore sarebbe meglio abbandonare l’idea o rivedere qualche punto che non ha funzionato. Un esempio di quanto sia importante scegliere innanzitutto il target di riferimento, bene: è su questo dato che va tarato l’intero prezzo dei menù, la posizione del locale, il fatto che debba essere più o meno accessibile etc.

Infine… il nome!

Abbiamo tutto pronto, stiamo quasi per aprire, già abbiamo preso contatti col fornitore ma manca il nome. Non si pensi che sia cosa di scarsa importanza, soprattutto perché il buon naming è capace di fare la fortuna del locale così come una pessima scelta potrebbe gettare in malora l’intero lavoro fatto fino a questo punto. È importante che il nome sia chiaro e breve, poiché dev’essere facile da ricordare e deve offrire al pubblico un’idea chiara del tipo di attività che si sta aprendo. In pratica ben vengano i giochi di parole, l’uso dell’inglese (specie nelle zone molto turistiche) etc. Il nome dell’attività non deve piacere a chi sta aprendo il ristorante, abbandonare quindi i propri gusti e lasciarsi guidare da un esperto del settore. Costa molto e si potrebbe avere facilmente l’illusione che si tratti di una spesa “non necessaria” e… non c’è nulla di più sbagliato.