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Ludopatia sintomi: come riconoscerla

L’amore incondizionato per il gioco può diventare problematico quando assume un ruolo centrale nella vita del protagonista, a scapito di tutto il resto. È la ludopatia, in altre parole il gioco d’azzardo patologico, una pratica che crea dipendenza con alti rischi per la salute.

Ci si ipoteca la casa, si vendono la proprietà e talvolta anche quelle degli altri (genitori anziani, nonni, compagne/i), si chiedono ingenti prestiti, per non parlare di crimini o delinquenza (furto, violazione della fiducia, falsificazione di assegni, ecc.).

Le conseguenze della pratica patologica del gioco d’azzardo, definita ludopatia, possono essere drammatici sia per la persona interessata, ma anche per la sua famiglia e il suo entourage professionale, spesso a corto di soluzioni per la sua redenzione.

Quindi non stiamo parlando della pratica del gioco come “passatempo”, essenziale nella convivialità e nella vita sociale di tutte le popolazioni, ma di una pratica che diventa compulsiva fino a sfociare nella dipendenza che interesserebbe dall’1 al 2% della popolazione mondiale, secondo le ultime stime.

Ma come si riconosce la ludopatia e quali sono i suoi sintomi? Proviamo a sviscerare insieme alcuni nodi spinosi su questa questione così attuale quanto delicata.

Quali sono i sintomi della ludopatia o gioco d’azzardo compulsivo

I sintomi della ludopatia comprendono principalmente: piacere di giocare, incapacità di fermarsi, irritabilità o aggressività quando non si è in grado di giocare, sensazione di perdita di controllo durante il gioco, nonché una riduzione o abbandono prima parziale e poi totale di altre attività, tra cui il lavoro.

Ovviamente ogni caso è a sé stante, e ogni soggetto affetto da ludopatia mostrerà sintomi più o meno marcati, alle volte in origine anche difficili da distinguere. Ma in linea generale, più specificamente, parliamo di dipendenza quando i sintomi sono i seguenti:

  • Il gioco diventa una preoccupazione permanente per la persona, ha un posto centrale nella sua vita quotidiana;
  • Il giocatore si impegna a ridurre la propria pratica senza tuttavia riuscire;
  • Il gioco è un modo per fuggire dai problemi;
  • Nonostante le sue promesse, il giocatore corre sempre più rischi e, quando perde, continua a giocare nonostante i soldi persi;
  • Il giocatore cerca di nascondere il fatto che sta giocando eccessivamente;
  • In caso di difficoltà finanziarie dovute al gioco d’azzardo, la persona cerca un modo per finanziare la sua pratica (prestiti, appropriazione indebita o furto).

Non appena la vita sociale inizia a risentire del gioco, la famiglia e l’entourage di amici e lavorativo deve iniziare a rendersi conto che può essere una dipendenza, prima che il giocatore possa abbandonare definitivamente la sua vita sociale e professionale, e perdere del tutto le ancore di salvataggio. A seconda della gravità del problema, le conseguenze negative sono più o meno elevate.

Quali sono le cause del gioco d’azzardo eccessivo

Come per le altre dipendenze, si innesca nella persona interessata dalla ludopatia il circuito della ricompensa, vale a dire la necessità di dopamina avvertita dal cervello. Le percezioni del piacere e della convivialità vengono quindi perse, a favore di un bisogno costante e diventando sempre più forte la necessità di rilascio di questo neurotrasmettitore per un meccanismo di compensazione.

Questa dipendenza può essere innescata quando la pratica del gioco era finora ricreativa o occasionale, o quando la persona giocava per cercare di guadagnarsi da vivere. Nel gioco d’azzardo compulsivo, infatti, le piccole scommesse non sono più soddisfacenti, e il giocatore punta sempre più in alto.

Il gioco d’azzardo non può essere controllato, ma i giocatori non se ne rendono conto e possono sviluppare un’illusoria sensazione di controllo: con strategie personali, pensano di poter superare il problema autonomamente. La ricerca ha dimostrato che queste cognizioni o pensieri errati hanno un ruolo importante nell’acquisizione e nel mantenimento delle abitudini di gioco, in quanto incoraggiano il giocatore a riprendere il gioco senza esserne consapevole.

Quali sono i diversi tipi di ludopatia e come classificarli secondo i sintomi

Ludopatia è un termine ampio per descrivere la dipendenza da tutti i tipi di giochi: gioco d’azzardo, giochi d’azzardo online, speculazioni di borsa o persino videogiochi. È quando la pratica, che fino ad ora era occasionale o ricreativa, diventa patologica, che la persona è a rischio.

Tra i diversi giochi raggruppati con il termine ludopatia, troviamo in particolare:

  • Slot machine e giochi da tavolo (roulette, poker, black jack) nei casinò;
  • Gioco d’azzardo su Internet (online);
  • Lotterie e scommesse di tutti i tipi.

Non tutti coloro che giocano sono problematici o patologici, ma è importante riconoscere i diversi tipi di giocatori:

  • Il gioco ricreativo non pone particolari preoccupazioni: il gioco è un intrattenimento previsto in base alle possibilità finanziarie e sempre sotto controllo. Questi giocatori accettano di perdere denaro e non provano a ripetere, se il fine è esclusivamente ludico;
  • Il problema del gioco d’azzardo ha già conseguenze negative a livello finanziario, familiare, professionale, sociale e / o psicologico. La persona gioca più spesso, più a lungo e più denaro, al fine di recuperare quando perde. Il rischio di cadere nel gioco d’azzardo patologico è molto alto;
  • Il gioco d’azzardo patologico è una grave fase di dipendenza. Il gioco occupa tutti i pensieri della persona, che non può controllare il suo comportamento. La vita sociale, familiare e / o professionale è influenzata;
  • Il gioco d’azzardo eccessivo combina le caratteristiche del gioco d’azzardo problematico e del gioco d’azzardo patologico.

Per curare la ludopatia dopo averne riconosciuti i sintomi, esistono diversi approcci possibili, a seconda della specialità del professionista che si sceglie: psichiatra, psicologo o psicoterapeuta, il Sert (vedi come funziona). I loro approcci sono vari e si può selezionare quello più adatto al soggetto affetto permettendogli così di riprendere il controllo sul gioco d’azzardo patologico, e quindi sulla sua vita.