I pezzi di stoffa si rincorrono, si legano gli uni agli altri, creano fantastici disegni che raccontano un storia, magari quella della nostra famiglia, magari quella di una certa idea che ci girava in mente… Sono così, i lavori realizzati con il Quilt. ovvero veri e propri dipinti su stoffa, in cui i “colori” e i “pennelli” sono pezzi di tessuto, ago e filo.
Spesso però, quando si parla di mosaici di tessuti, si parla genericamente di patchwork. Che differenza c’è, allora, con il Quilt? Come spiega Gabriella Manara, vicepresidente di Quilt Italia, l’associazione che unisce gli appassionati del genere, il patchwork è l’operazione di cucire in modo armonioso le toppe, la composizione di pezzi di stoffa, il quilt è invece il lavoro concluso, il “sandwich”, per così dire, che tiene insieme la parte superiore (i pezzi di tessuto, appunto) e quella inferiore, passando per quella intermedia, ovvero la trapunta che oggi è costituita per lo più da ovattina sintetica o siliconata, mentre in passato era fatta di lana, cotone, foglie di mais.
Una operazione fondamentale è il trapunto che, assieme a quella dell’impuntura, scolpisce la superficie e crea ulteriori motivi creativi, dando rilievo e spessore al rutto. Il patchwork, aggiunge Manara, coinvolge non solo lo sguardo ma anche il tatto. Infatti, un pannello creato con le toppe, ad esempio, si apprezza non solo guardandolo e ammirandone i colori e la loro armonizzazione in disegni che possono anche essere straordinariamente “fantascientifici”, ma anche toccandolo e valorizzando così il tipo di tessuto.
Chi si dedica a questa arte in punta d’ago è dunque spinto dalla passione per le stoffe e pure per i colori e le loro incredibili varietà in termini di tonalità e sfumature, con i quali creare incredibili opere d’arte, oggetti d’arredamento di grande prestigio che possono risolvere un angolo spoglio. Il tutto utilizzando pochi strumenti: ago, filo, un piano di taglio per non rovinare il tavolo su cui si lavora, le righe e le squadre millimetrate in inch. o in centimetri.
La rotella per tagliare insieme in modo netto anche due-tré strati di tessuti, le forbici per tagliare immagini non geometriche, magari per applicazioni che arricchiscono il nino, gli schemi, ovvero la geometria delle figure che si vanno a formare. Ovviamente, servono anche fantasia e capacità di accostare i colori creando giochi di contrasti anche piuttosto intensi e una minima tecnica che si acquisisce in fretta.